La citazione sopra riportata è stata espressa da Mark Rothko (1903 – 1970), artista appartenente al gruppo di pittori americani che insieme a Pollock, Gottlieb, de Kooning, Still, Kline, Newman e Motherwell è possibile inserire nella corrente dell’espressionismo astratto, ove i sentimenti vengono espressi tramite l’azione pittorica. Colorfield Painting è il movimento culturale a cui appartiene Rothko, ovvero pittura delle campiture, in cui ad assumere il ruolo che fa da padrone è la forza scaturita dal colore suscitante emozioni.
Chi vede per la prima volta le opere di Rothko, le creazioni appartenenti alla fase matura dell’attività pittorica dell’artista, non quelle che ancora presentano tracce di figurativismo, si sente quasi preso in giro dall’autore il primo pensiero è che ogni individuo è in grado di realizzare un simile dipinto, in cui non vi è la possibilità di riconoscere un soggetto preciso. E’ dunque fondamentale superare questa concezione riguardante le opere di questo mito dell’arte contemporanea, la chiave per capire l’operato di Rothko è proprio lo sguardo attento del pubblico in contatto con il dipinto.
Il linguaggio figurativo astratto adoperato da Rothko nelle sue opere d’arte si esprime attraverso una relazione che coinvolge l’osservatore e il dipinto, le creazioni cromatiche, caratterizzate da composizioni di colori rettangolari sfumate, sono un elemento di attrazione per lo spettatore, il quale viene imprigionato all’interno della composizione. Il pubblico è catturato dall’immensità dell’opera d’arte, la geometria dell’immagine e l’omogeneità del colore inducono la mente umana in un viaggio spirituale all’interno della creazione artistica, non si tratta di un viaggio allucinatorio, infatti i quadri di Rothko sono un emblema della rappresentazione della drammaticità, della tragedia esistenziale dell’artista stesso. E’ la tragedia del nascere, del vivere e del morire ad essere espressa dall’artista.
Rothko è riuscito con la sua vena artistica a restituire alla pittura la qualità di suscitare atmosfere immateriali, un’atmosfera non terrena resa sublime grazie al colore e alla luce. Ciò non significa che l’artista sia riuscito ad andare oltre una normale tridimensionalità terrena, egli ha plasmato tramite l’utilizzo del colore un tonalismo non più legato alla raffigurazione naturalistica degli elementi.
Fonte: Artecrazy.eu