La città industriale tappezzata con i suoi cartelloni pubblicitari si rivela all’artista italiano come un habitat stimolante e fertile, senza la quale Rotella non potrebbe meditare sulla propria arte e sulle proprie attività attitudinali. Questo universo caotico, nonostante la seduzione e il fascino che provoca nell’artista, lo induce verso una perdita dell’individualità, verso una dimensione nuova, funzionale, fondata sul ricambio dei propri valori. I manifesti pubblicitari appartengono alla vita attuale delle realtà urbane e Rotella intuisce l’energia che ne è scaturita, la quale viene trasformata in una naturale configurazione contenente in sé tutta la carica emotiva dell’arte. Il manifesto è dunque una sorta di pennello che genera una pittura propria ed è in grado di esplorare la realtà.
Attraverso la produzione artistica di Mimmo Rotella è possibile cogliere ogni riferimento cronologico della nostra storia, che si frantuma in realtà del consumo, la quale vede una rapida perdita e dispersione della produzione artistica.
L’oggetto in sé subisce la perdita del valore di gradimento all’interno di una società troppo caotica.
Le immagini trasmesse dal cinema o dalla pubblicità sono catturate dall’artista con un meraviglioso atto creativo, vengono racchiuse entro nuovi spazi, talvolta misteriosi, esaltano la carica dell’oggetto con il fascino della carta strappata che seduce l’occhio umano.