L’approccio artistico di Reyes è prettamente pedagogico e relazionale. Tramite l’azione interattiva, l’artista mette in atto una rivoluzione dall’interno che tende a cambiare lo status di un oggetto e ridefinirlo secondo un’alterazione repentina di significato. Gli oggetti di Reyes sono reali, sono parte di una storia politica ben precisa e prettamente negativa, il compito e il lavoro dell’artista è quello di riabilitare ideologicamente e formalmente quell’azione negativa, omicida o di repressione in un atto di ribellione positiva e razionale attraverso l’uso interdisciplinare di musica, teatro, performance, ecc.
La partecipazione e l’interazione sono altri aspetti che fanno del lavoro di Reyes, una produzione artistica sensibile e allo stesso tempo contrassegnata da un forte impegno civile. In alcuni dei suoi progetti, l’artista, si è rivolto direttamente ai suoi fruitori, cercando tramite l’atto stesso di una riabilitazione emotiva, di rileggere e innescare processi di cura mirando a una progressiva democratizzazione della terapia.
Pedro Reyes dunque esplora il potere dell’individuo e della collettività, impiegando pratiche diverse, dalla scultura, al video, alla performance. L’artista incita al cambiamento razionale e alla conoscenza consapevole, ridefinendo altre forme di vita che inneschino, a loro volta, nuovi spunti reazionari e relazionali. Le opere oggettuali e i progetti artistici di Pedro Reyes, raccontano di una realtà politica molto spesso dimenticata e con la sua capacità emotiva di trasformare il negativo in azione positiva, permette di inondare di nuovi significati aspetti di una società spesso irrisoria e inconsapevole. La “politica dell’orrore” si fa portatrice di nuove speranze e quei demoni della morte da cui i suoi processi creativi prendono linfa, vengono annientati da esorcismi visivi, umorismi creativi, che inducono a una riflessione contemporaneamente coscienziosa e ricreativa.