Di Caterina Pinna (by Artecrazy.eu)

Fino al 12 maggio, presso il museo Archeologico Nazionale di Cagliari, si può visitare la mostra Donna o dea. Le raffigurazioni femminili nella preistoria e protostoria sarda.

Si tratta di figure femminili modellate dai nostri antenati più remoti.

Un emozionante viaggio tra i sentimenti di comunità ancestrali, lungo il tramonto del Paleolitico e attraverso l’età dei metalli, che in Sardegna si presenta alla vigilia della storia con le formidabili creazioni dei popoli nuragici. L’idea di questa collezione nasce con l’obbiettivo mettere in risalto la donna nuragica, descritta attraverso una resa stilistica essenziale e solenne.

Uno sguardo al mondo femminile attraversando le sfere del mito, del sacro, del religioso e del quotidiano, fino ai tempi nostri. Il percorso artistico si sofferma su gesti e movimenti semplici, comportamenti e situazioni che traggono situazioni urbane consuete,
frammenti sospesi di una donna del proprio ideale di vita, offerte al nostro sguardo come nuovi spazi di riflessione.

Il progetto espositivo è esposto come un percorso, dove ogni donna sembra che cammina attraverso le vie, le strade della vita quotidiana.
Un viaggio straordinario nella storia dell’arte sarda, dall’arte primitiva fino ai giorni nostri, con una riflessione profonda sulla figura della donna.

Si analizza, nelle diverse fasi storico-artistiche, l’iconografia della maternità secondo la personale visione di ogni artista in mostra.
La figura femminile è vista come una madre o una dea, rappresentando l’origine della vita stessa, della donna, della nutrizione, dell’amore più puro, più radicato, più appassionato. 

Si intrecciano arte, sociologia, psicologia e tante altre dimensioni del sapere. La figura della donna ritorna anche come evocazione di forza, di estrema potenza vitale, colei da cui nasce tutto e a cui tutto si ricongiunge.

E’ il percorso generativo della donna sia nell’arte che nella vita sociale tra realtà biologica e valori come una apertura al mondo. Ci si trova di fronte alla celebrazione del rapporto della donna con il suo corpo.

Una mostra che si concentra sulla donna, sul suo universo e sul suo animo. Un focus estremamente dettagliato e straordinario che fa emergere mille e più sfaccettature di un essere bellissimo e complicato allo stesso tempo. Uno sguardo all’essenza femminile, per cogliere ogni sfaccettatura di un mondo ricco e travolgente, attraverso gli sguardi e atteggiamenti concepiti come dee di un universo parallelo.

Museo Archeologico di Cagliari
Dalle 9.00 alle 20.00 dal martedì fino alla domenica.
Chiuso il lunedì

By Artecrazy.eu

Di Angelica Gioelino (by Artecrazi.eu)

Fino al 17 Febbraio 2018 si terrà in Calabria, nelle sale espositive del Museo del Presente di Rende, una mostra monografica su Antonio Ligabue (Zurigo 1899 – Gualtieri 1965), uno fra i più eccezionali pittori del Novecento.

La mostra darà la possibilità al pubblico di ammirare dal vivo l’arte di Ligabue, e saperne di più su Toni al Matt, un genio tormentato, un folle, un visionario, un vero artista, segnato da un’infanzia difficile, ove a far da padrone erano il disagio, la solitudine e l’isolamento, un artista che seppe trovare nell’arte una sua originale forma di riscatto e fece dell’espressione artistica il suo principale mezzo di comunicazione.

Attraverso una selezione di opere, tra cui dipinti, sculture, incisioni, il percorso espositivo accompagnerà il visitatore alla scoperta di questo complesso personaggio vissuto nella provincia italiana del dopoguerra che, tra la fine degli anni ’50 e gli inizi degli anni ’60 ottenne, mentre era ancora in vita, un successo inaspettato.

La mostra non si limita a presentare al pubblico le sue opere ma vuole far luce sulla sua personalità, sulla sua singolare vicenda umana, attraverso l’esposizione di una selezione di suoi oggetti personali e una serie di focus relativi ad aneddoti e personaggi collegati all’artista. Si terranno, per supportare la mostra, per tutto il periodo di apertura, una serie di attività didattiche laboratoriali rivolte alle scuole, ai giovani visitatori e suddivise per fasce di età.

 

Fino al 17 Febbraio 2018

Rende | Cosenza

Luogo: Museo del Presente

Curatori: Alessandro Mario Toscano, Marco Toscano

Enti promotori:

  • Casa Museo Ligabue
  • Comune di Rende

Costo del biglietto: intero 5 euro, ridotto 4 euro (over 65, ragazzi dai 13 ai 18 anni, gruppi min. 15 max. 30 persone), scuole 2,50 euro. Gratuito bambini fino a 6 anni, disabili e loro accompagnatori, membri ICOM, guide turistiche dell’UE, giornalisti iscritti all’ordine previa richiesta di accredito

Telefono per informazioni: +39 345 59 85 044

E-Mail info: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Sito ufficiale: http://www.mostraligabue.it

By Artecrazy.eu

Di Valentina Martinoli (by Artecrazy.eu)

Le sale di Palazzo Cipolla ospiteranno, fino al prossimo 27 gennaio, una grande mostra antologica dedicata all’artista Ennio Calabria, promossa dalla Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale e realizzata da POEMA, in collaborazione con l’Archivio Calabria e con Civita Mostre.

Ennio Calabria. Verso il tempo dell’essere. Opere 1958-2018, a cura di Gabriele Simongini, include circa 80 opere che ripercorrono l’intera parabola creativa di questo pittore, che esordì nel 1958 presso la Galleria La Feluca di Roma, nonché alcune sue creazioni inedite realizzate proprio per questo evento. Il percorso espositivo presenta inoltre vari documentari e filmati a lui dedicati, come il videoclip realizzato da Raffaele Simongini, nel quale sarà l’artista stesso a presentarsi e ad accogliere i visitatori del museo.

Ennio Calabria ritiene che la sua pittura oggi si deve porre come qualcosa che si sente, non come qualcosa che si capisce. La sua produzione, sin dalle prime opere, si può decisamente definire come una pittura di storia, tesa a interpretare le trasformazioni e i passaggi che hanno interessato l’umanità in quest’ultima metà del secolo, rivelando spesso, attraverso le immagini e i colori scelti dall’artista, una visione quasi profetica.

L’artista romano è infatti da sempre testimone lucido e cosciente dei mutamenti attraversati dalla nostra società, il cui sviluppo spesso non coincide con quello che si ritiene il progresso in senso letterale, ma che anzi al contrario diventa in più occasioni evidenza tangibile di una regressione morale e sociale dell’individuo, sia che esso agisca come singolo che come gruppo.

Tra le opere più note che sarà possibile ammirare ricordiamo La città che scende del 1963 e i Funerali di Togliatti del 1965, oltre che diversi autoritratti e a cinque tele inedite realizzate in questi ultimi mesi. La mostra è accompagnata da un catalogo, edito da Silvana Editoriale, che contiene al suo interno un’intervista all’artista realizzata da Marco Bussagli e i testi del curatore e del Prof. Avv. Emmanuele F. M. Emanuele, Presidente della Fondazione e principale fautore di questa mostra, come si evince dalle sue parole: “Ennio Calabria ha traghettato il figurativismo italiano ed europeo dal secolo scorso ad oggi, imponendosi come un protagonista assoluto sempre in linea con il suo tempo. Dalle opere di questo artista – cui sono particolarmente lieto di dedicare un’antologica così ricca e completa come quella che qui presentiamo – promanano un’energia ed una vitalità che sono specchio del suo approccio critico ed appassionato al mondo che lo circonda, atteggiamento che sfocia in una ricerca a tutto tondo sulla condizione esistenziale dell’individuo contemporaneo e sulle dinamiche di un’epoca in perenne evoluzione”.

Palazzo Cipolla
Via del Corso, 320 – Roma
dal 20 novembre 2018 al 27 gennaio 2019
Tutti i giorni, escluso il lunedì, dalle ore 10 alle ore 20
www.fondazioneterzopilastrointernazionale.it

By Artecrazy.eu

Di Angelica Gioelino (by Artecrazy.eu)

Il corpo umano è stato protagonista di migliaia di opere fin dai tempi antichi, furono realizzati dipinti e plasmate sculture in cui veniva posta in luce la bellezza della perfezione del corpo, ma quando e con chi il vero corpo umano diventa protagonista nell’arte senza l’ausilio di riproduzioni su tela e opere scultoree? Occorre fare un salto indietro nel tempo, è il 1961 e a Roma, presso la Galleria La Tartaruga, Piero Manzoni (1933 – 1963), artista cresciuto a Milano, firma le Sculture viventi. E’ il vero corpo umano ad essere presentato al pubblico, il corpo nudo delle modelle che si prestano all’artista affinché apponga la propria firma su di esso, è il corpo del fruitore che partecipa alla mostra ad essere autografato, l’opera è pronta, non c’è bisogno dell’utilizzo dello scalpello per dare una conformazione umana al preparato artistico. Non basta la firma dell’artista a rendere quel corpo un’opera d’arte, Piero Manzoni accompagna le sue opere con degli attestati di autenticità apponendo un timbro di colore diverso su ogni documento, rosso se la persona è interamente un’opera d’arte e sarebbe rimasta per sempre tale, giallo se sono solo alcune parti del corpo ad essere classificate come opere d’arte, verde se vincolato ad attività quali dormire o correre, porpora se il carattere artistico del corpo era stata comprato. 

Ogni essere umano può diventare un’opera d’arte? Chiunque può essere ammirato dal pubblico o bisogna rispettare delle condizioni? E’ colui che sale sulla Base magica ad assumere lo status di opera d’arte, un piedistallo che conferisce l’artisticità a chi si innalza su di esso per il tempo che vi rimane, lo stesso Manzoni venne immortalato con uno scatto fotografico mentre si innalzava sulla base da lui creata. Nemico dell’uomo – scultura è il tempo, il fattore che decreta il periodo del carattere artistico del corpo: una volta che si scende dal piedistallo magico, l’uomo non è più un’opera degna di essere ammirata, diventa nuovamente un essere umano qualunque privo di qualsiasi vena artistica. 

Piero Manzoni ha superato la tradizione, non bastava più dare un’immagine della rappresentazione del corpo, l’artista utilizza direttamente il corpo umano in quanto ogni persona è una potenziale opera d’arte degna dell’ammirazione del pubblico, della matura società contemporanea.

By Artecrazy.eu

Di Angelica Gioelino (by Artecrazy.eu)

 

L’arte, la creatività, esce dai musei: questo accade con la Public Art, ovvero l’arte pubblica, arte di commissione in Europa e negli Stati Uniti, nata negli anni ’60 del XX secolo, un modo innovativo di presentare le opere d’arte al pubblico, il quale non è vincolato ad entrare nei musei e negli spazi adibiti all’esposizione per poter essere fruitore di opere d’arte ma l’arte entra a far parte del tessuto sociale e della struttura urbana delle città, caratterizzando e rivalutando l’ambiente cittadino. Lo scopo della Public Art è la comunicazione e non la celebrazione, è portatrice di un messaggio che deve essere trasmesso al pubblico, quindi ha un fine differente dai monumenti appartenenti alla tradizione classica e non che è possibile vedere nelle piazze o lungo le vie cittadine, celebranti le gesta e l’autorità del personaggio rappresentato, generalmente appartenente alle classi sociali alte.

Di Chiara Cottone (by Artecrazy.eu)

Si tirano le somme e si riordinano i pensieri ad ormai più di una settimana dalla fine di una delle fiere più frequentate dal mondo dell’arte contemporanea, Art Basel.

Si sa, Miami è da sempre meta prediletta di turisti, amateur e professionisti del campo che per l’occasione non si lasciano sfuggire la possibilità di unire svago, lavoro e ricerca in un clima mite e tropicale. Quest’anno però, a parere anche delle gallerie locali, il numero di collezionisti è andato leggermente scemando rispetto a qualche anno fa, lasciando dunque una sorta di insoddisfazione generale nell’ambito delle vendite. A livello di proposta artistica, invece, è stato un successo dalle sfumature tutte italiane dove all’interno dell’imponente struttura dell’appena ristrutturato Miami Convention Center, tra i 268 espositori dedicati alle gallerie internazionali e non, si sono susseguiti alcuni nomi di eccellenze nostrane: da Francesco Vezzoli a Paola Pivi, passando per Michelangelo Pistoletto, Giuseppe Penone e Lucio Fontana. 

Molto interessanti anche le proposte presentate da alcune delle gallerie italiane più affascinanti, prima fra tutte la Galleria Massimo de Carlo, acclamata come migliore galleria straniera, che oltre a presentare una selezione prestigiosa di opere tra cui Carsten Höller, ha proposto un folto corpus di opere di Paola Pivi, che ha chiuso con successo con la vendita della serie di Call Me Anything You Want del 2013 al The Bass, museo di arte contemporanea di Miami Beach che ospita fino a marzo una sua personale. Una menzione speciale va alla Galleria Franco Noero, con alcune delle sue punte di diamante come Vezzoli e Lara Favaretto, così come Magazzino con una bellissima selezione di sculture di Mangano & Van Rooy e tra le altre, opere di Alessandro Piangiamore, Massimo Bartolini ed Elisabetta Benassi, acquistata dal museo di Philadelphia. 

Quest’anno, in particolare, è sembrato essere al centro dell’interesse artistico generale delle gallerie e dei collezionisti i black-figurative painters a cui è stata anche dedicata una mostra presso il Museum of Contemporary Art North Miami. Tra le più interessanti l’artista sudafricana Billie Zangewa, rappresentata da Blank Projects, il cui lavoro è dettato da ritagli di seta grezza messi insieme tramite la tecnica del collage fatto a mano. Zangewa crea composizioni tutte al femminile che mirano a sfidare la stereotipizzazione, l’oggettivizzazione e lo sfruttamento del corpo femminile nero. Sensazione generica che ha predominato durante tutta la fiera, è stata una notevole presenza femminile o meglio di opere femministe, non ultima la parallela inaugurazione di una grande mostra dedicata all’artista femminista attiva dagli anni Sessanta, Judy Chicago presso l’Institute of Contemporary Art (ICA) con base nel Design District di Miami. 

Centro focale dell’evento nord americano è stata la splendida performance di Abraham Cruzvillegias, visual artist di origine messicana, meglio conosciuto per il suo lavoro concentrato sul riutilizzo di oggetti trovati nelle vicinanze dei luoghi che ospitano il suo progetto Autorreconstrucción: To Insist, to Insist, to Insist… La performance che ha stregato il pubblico, è una metafora dell’identità: siamo in continua trasformazione e qualsiasi cosa può nascere dal nulla, dal riuso, dall’inutile in una nuova metamorfosi e rivitalizzazione non solo dell’oggetto ma dell’essere in toto. 

Una menzione speciale deve essere dedicata alla parallela NADA nel cuore di Downtown, una delle uniche fiere americane prodotte da una fondazione no-profit, dedicata al supporto e alla promozione di nuove eccellenze nell’arte contemporanea globale, in cui unica italiana presente è stata la galleria milanese Clima. Ma per amatori e ricercatori del settore, è stato un altro lo spazio espositivo che ha presentato la proposta più interessanti, lo Sculpture Center di New York che ha presentato la strepitosa opera scultorea realizzata ad hoc per l’evento dall’artista Jesse Wine, un racconto visivo di un sogno che inganna per l’attenzione e la delicatezza del lavoro della ceramica.

Artecrazy.eu

Dalla Redazione di Artecracy.eu

Torna a Firenze per la prima volta dopo un secolo Medardo Rosso (Torino 1858 – Milano 1928), il più grande scultore italiano della Modernità. È l’artista torinese trapiantato a Parigi il nuovo protagonista del progetto Solo che vede il Museo Novecento dedicare periodicamente una mostra monografica a un artista del secolo breve. Dopo Emilio Vedova e Piero Manzoni, il terzo appuntamento, Solo. Medardo Rosso, curato da Marco Fagioli e Sergio Risaliti, aperto al pubblico il 20 dicembre (fino al 28 marzo) per celebrare le opere di uno scultore straordinario, sperimentatore e anticipatore indiscusso della contemporaneità. Lo stesso che nel 1910 in occasione della “Prima mostra italiana dell’Impressionismo e di Medardo Rosso” e per iniziativa di Ardengo Soffici (autore del celebre volume Il caso Medardo Rosso del 1909), di Giuseppe Prezzolini e della rivista La Voce, venne riconosciuto come “Maestro della Scultura europea proteso nella Modernità”.

Di Valentina Martino

Se oggi la fotografia viene considerata da tutti noi come il mezzo più rapido per catturare un’immagine che colpisce la nostra vista e immaginazione, in tempi passati questa tecnica presupponeva un lavoro paziente, e soprattutto un’attesa, che diviene temporalità estesa. Il processo di ripresa, e poi quello di sviluppo e asciugatura poteva durare diverse ore, a volte anche un giorno.

Giacomo Balla era figlio di un fotografo; lui stesso lo aiutava spesso nella sua professione. La ricerca della resa della quarta dimensione nella sua pittura viene indubbiamente dalla matrice professionale paterna, che va ad unirsi felicemente con la parabola Futurista in cui entrerà a far parte, lui, più anziano rispetto agli altri membri dell’avanguardia italiana, ne assimilerà gli assiomi, arricchendola con la sua esperienza artistica più matura.

Dalla redazione di Artecracy.eu
 
Grandi prestiti internazionali, molte opere mai prima viste in Italia, per raccontare Giacomo Balla. Dall’apprendistato torinese al realismo sociale, alla sperimentazione della tecnica divisionista al grande momento futurista.
 
La Fondazione Ferrero di Alba si prepara a rendere omaggio a Giacomo Balla (Torino 1871 – Roma 1958), figura straordinaria di pittore e fondamentale raccordo tra l’arte italiana e le avanguardie storiche, con una mostra di risonanza internazionale, a cura di Ester Coen.

Di Stefano Cariello

Umberto Boccioni è indubbiamente una figura chiave dell’arte contemporanea mondiale e vero punto di riferimento temporale per tutti gli addetti ai lavori. Ciò va al di là di ingessate interpretazioni accademiche che vorrebbero che l’arte contemporanea nascesse con Winckelmann da una parte, con il postimpressionismo dall’altra, sino ad arrivare ad individuare, secondo schemi extra convenzionali, il secondo dopoguerra come punto di partenza ma che altro non fece se non determinare lo spostamento della capitale dell’arte dall’Europa agli Stati uniti, perseguendone i medesimi valori.

Il portale

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Offriamo perciò un servizio speciale che permetta di individuare opportunità d’investimenti nel mondo dell'arte, con la finalità di garantire ad acquirenti e venditori il giusto prezzo per l’opera d’arte.

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