L’essenza del marchio è proprio racchiusa nell’incontro tra artigianalità e ricerca, unendo nello stesso prodotto la sua personalità con un modus operandi tipico dell’artigianato: ogni capo viene realizzato in quantità limitata, rispettando cosi un tempo di produzione dedicato a rifinire il capo sotto ogni aspetto, utilizzando i migliori tessuti che il mercato del tessile ci offre, per poter garantire, affianco ai tagli minimal e definiti, anche il comfort e la facilità di cura di ogni capo.Vertice nasce, cresce e si sviluppa nel centro del mediterraneo, in Sardegna, che tra usi, costumi e tradizioni influenza non poco quello che diventa lo spirito progettuale del marchio.
"L’inizio di tutto non è definibile. La concretezza l'ha data la laurea al Politecnico di Milano; la tecnica invece l’ha conferita il corso di specializzazione in modellistica industriale.
Tutto il resto è un concentrato di quello che ho appreso durante la mia formazione professionale, quello di cui mi sono nutrito durante i viaggi, la vita lontano e vicino casa, le esperienze, le conoscenze, gli incontri e gli addii.
E’ diventato un brand che esprime la mia personale visione del ready to wear contemporaneo, una collezione che non solo deve vestire chi sceglierà questi abiti, ma soprattutto deve “raccontare una storia”, fatta di ispirazioni che hanno portato ogni capo a essere il protagonista.
Il modo stesso con cui sono confezionati gli abiti racconta di come l’artigianalità si incontra con il design facendo prendere forma a una collezione che possa esprimere il suo meglio indossata, ma anche in una visione d’insieme, che in breve prende il nome di VERTICE."
Mauro Ballette, head designer di Vertice.
E’ proprio nel cuore di Cagliari, al centro del quartiere storico di Villanova, che Vertice trova ospitalità. In quella che prima era la via che accoglieva un’altissima quantità di botteghe artigiane di falegnami, adesso trovano spazio abitazioni e spazi accuratamente restaurati che si sviluppano adattandosi a quelle che erano le storiche conformazioni architettoniche del quartiere.
Intervallate a volte da interventi per riportare il tutto alle origini, con altre per imprimerci dei tratti di design contemporaneo, quasi la maggior parte delle ristrutturazioni hanno portato a scoprire quelli che sono gli scheletri delle strutture, come se si volesse emulare la corrente high tech, ma con una componente storica: scoprire e mostrare quello che rivela l’interno della costruzione, la sua struttura portante, solo che questa volta al posto di vetro e acciaio ci sono pareti in tufo e volte a botte e a crociera in mattoni di terra cotta.
Rispettando la tradizione del quartiere, anche lo spazio che ospita l’atelier Vertice mantiene vive le radici storiche del luogo, con interventi dedicati a valorizzare quella che è la struttura a vista di arcate e colonne. L’intervento dell’architetto Giovanni Curreli ha permesso di inserire elementi che con discrezione mettono in risalto la bellezza dello spazio, tenendo focalizzata l’attenzione sugli abiti esposti.
Sono i profili in ferro che creano una cornice all’ambiente incorniciando gli estremi dello spazio: in basso attraverso lamine piegate percorrono i lati inferiori delle stanze e ne enfatizzano la profondità; In alto, alla base delle volte, fanno da supporto all’illuminazione sia seguendo i profili superiori che creando delle vere e proprie cornici sospese.
Infine le strutture che reggono gli abiti esposti si dividono tra stand tridimensionali a forma di “Z” e cavi d’acciaio che sorreggono ognuno un abito illuminato direttamente da un faro posto all’apice. Il tutto diventa uno spazio espositivo che nella sua completezza si trasforma in vetrina per l’osservatore che, dall’esterno, può avere una visione di insieme che mettere in risalto i due soggetti principali: ambiente e abiti.